Nikomachos Reor

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    We're all mad here. But even so, don't lose yourself

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    Nikomachos Reor
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    Convive con la brutta sensazione di non essere legato a nessuno, e se è per questo anche quella di non essere legata a nessun luogo.
    Non che lo ammetta, di solito spiegarlo è abbastanza problematico. Tipo, perché non considera come proprio posto la sua a Lykos? Piccolo ingrato.
    Ha imparato a non darlo a vedere, quindi, ma nella ricerca di legami significativi viaggia per Kharlan come una trottola impazzita.
    Non aiuta.
    Non aiuta perché questo non gli da il tempo di coltivare i rapporti con gli altri, in compenso quando viaggi a lungo tutte le persone e tutti i luoghi cominciano a essere uguali. In pratica è sempre peggio, ed è sempre più facile lasciarsi tutto alle spalle con giusto qualche saluto di rito.
    Sogna comunque di trovare un luogo dove fermarsi, magari aprendo un laboratorio di alchimia appena ne ha le possibilità.
    Più specializzato nell'ambito chimico e medico, e in generale nella magia curativa, è però già tanto se Nikomachos riesca a lavorare come apprendista. Tutti i suoi tentativi di diventarlo sono falliti.
    Non si è ancora arreso, la sua ricerca è appena agli inizi, ma tutti lo hanno rifiutato per un problema non molto facile da risolvere: Niko è maldestro come pochi, e per quanto prometta di far attenzione in laboratorio è meglio non rischiare. Si maneggiano ingredienti rari, talvolta, ed è meglio non perderli per colpa di un apprendista goffo.
    Ogni rifiuto lo uccide un po' dentro, ma Niko è ben più forte di quanto non dia a vedere.
    La sua eredità draconica si manifesta anche nel bisogno di accumulare tesori, dove per Nikomachos l'interpretazione è tutta personale: i suoi tesori sono il sapere e le storie.
    Per il sapere è facile, non c'è momento dove Niko non stia studiando qualcosa. Spesso argomenti di erbologia o chimica: è incredibile come estrarre veleno di mandragola sia così interessante!
    Si fa prendere facilmente dall'entusiasmo, ed è capace di parlare degli argomenti che lo interessano anche per ore: in caso non vogliate ascoltarlo, fate prima a non chiedere.
    Lui, del resto, non inizia mai a parlare di sé di propria iniziativa. Ê più tipo da ascoltare, per cui si ritrova con gente che gli dice è stato un piacere parlare con lui... quando per la maggior del tempo non ha parlato. Va bene anche così.
    Non porta la gente a raccontare di traumi incredibili, Niko è pur sempre appena un conoscente, ma spinge senza volerlo a raccontare quegli aneddoti singolari che lui tanto adora. E accumula, come piccoli tesori.
    Questo non significa è meno debole a tutto ciò che luccica ed è luminoso: promettetegli una monetina luccicante ed è vostro.
    Ha come valori la libertà, sua e altrui, e la gentilezza: è sempre pronto ad aiutare il prossimo, forse anche un po' troppo.
    Gli piace conoscere nuova gente, è molto spigliato e allegro, ma tutto sommato tranquillo. L'entusiasmo non lo rende a un passo dell'iperattività, giusto per dire.
    Si direbbe che questo, insieme a una buona dose di coraggio e orgoglio, lo porta a cavarsela piuttosto bene nel mondo esterno... ma non è vero. Una vita nell'iperprotettività lo ha reso terribilmente ingenuo, così facile da raggirare non è nemmeno divertente.
    Se c'è bisogno di difendersi, però, è il tipo che passa velocemente dal lato più dolce e tranquillo al sarcasmo pungente. E poi, appena si sente più al sicuro, torna a essere tranquillo e gentile con tutti.
    Il sarcasmo viene usato come mezzo di difesa, un po' come i ricci quando tirano fuori gli aculei.
    Ha la sinestesia, che per Niko consiste -il più delle volte- nell'associare a scritte e suoni determinati colori e sapori. Vengono influenzati anche tutti gli altri sensi, ma quello per fortuna avviene molto più di rado.
    Persino le situazioni più tranquille sono cariche di dettagli sensoriali, il che lo dovrebbe portare a evitare le situazioni più caotiche. In questo non è affatto bravo, e se vuole partecipare a un festival e mangiare zucchero filato nessuno potrà fermarlo
    ... nessuno a parte il sovraccarico sensoriale, una brutta bestia dove i suoi sensi sono così fritti da non capirci più nulla.
    In genere gli basta un po' di riposo e calma, il tempo di riprendersi e si comporterà come se non fosse successo nulla di particolare. Non ha ancora trovato una soluzione, ma di certo non si isolerà solo per questo.
    Degno di nota è quanto sia terribile in cucina. In teoria non dovrebbe essere molto diverso dall'alchimia, no? Bene, perché Nikomachos riesce comunque a fare un disastro.
    In alchimia non bisogna creare per forza qualcosa di buono, in cucina i sapori causati dalla sinestesia si mettono in mezzo ed è un inferno.
    Si aggiunga la disperazione perché sta chiaramente fallendo nel preparare una zuppa e il sovraccarico sensoriale è alle porte, in tutto il suo splendore.
    Una vera fortuna, quindi, che mangi poco e il più delle volte eviti i fornelli.
    Preferisco i sapori forti, specie se piccanti o amari. Di conseguenza anche il poco che sa preparare. come la cioccolata calda, finisce con l'essere troppo amaro e troppo piccante per i gusti normali.
    Anche perché nella cioccolata calda aggiunge il peperoncino. Il che ha portato qualcuno ad accusarlo di tentato omicidio, ma è semplicemente ridicolo: chi dovrebbe provare a uccidere con del peperoncino? Molto meglio un infuso di cicuta, ed è solo una delle tante opzioni.
    Insomma, ci sono i fiori di oleandro, le bacche di tasso, la belladonna... e poi c'è la stricnina! Si rimane lucidi per tutto il tempo, e gli spasmi possono portare alla frattura della spina dorsal-- beh, insomma, è stato anche visto come un esperto di veleni sociopatico.
    Ha una tremenda paura dell'ignoto, non essere sicuro dell'esito di qualcosa arriva facilmente a paralizzarlo.
    Il che è anche naturale, considerato ha studiato per tutta la sua vita il libro con le profezie sul suo futuro: niente è mai arrivato del tutto inaspettato.
    Così finisce col consultare il suo futuro più di quanto vorrebbe, e senza quelle linee guida va nel panico.
    Il che è... triste, per qualcuno dovrebbe cambiare il proprio destino, quindi dovrebbe proprio trovare come distaccarsi da quelle previsioni.

    Aspetto fisico
    Il delicato aspetto androgino lo fa scambiare spesso e volentieri per una ragazzina, così tanto Niko si è ormai arreso dal correggere gli altri. A questo punto non gli importa nemmeno e non ha voglia di perderci tempo.
    Almeno ci è così abituato è difficile offenderlo.
    Di certo l'altezza non aiuta, arrivando al massimo al 1.65m d'altezza. E anche se ci si mettesse d'impegno, in ogni caso il suo aspetto non sarebbe meno delicato ed etereo.
    È facile immaginare i movimenti di Niko come aggraziati, con passi eleganti e silenziosi... e venire smentiti, perché Nikomachos è davvero un drago in una cristalleria. Solo gli dei sanno quanto può essere goffo.
    I complimenti per la sua apparente grazia lo maledicono: è destinato a cadere entro due secondi netti dal complimento. In generale, Niko non sembra felice se non cade almeno una volta al giorno.
    Non si è mai fatto troppo male per questo, il massimo sono lividi e ogni tanto un ginocchio sbucciato, ma di certo non ci fa una bella figura. Se ne imbarazza molto.
    Agli eventuali curiosi, che si avvicinano e nemmeno lo aiutano, prova almeno a spiegare la situazione. Qualcosa sul fatto è da molto non ha un corpo umano ospite, per questo non è abituato a manovrarlo. Un vero peccato, dovrebbe proprio trattarlo meglio!
    Un giorno imparerà a non fingere una possessione demoniaca per allontanare tutti.
    Un giorno imparerà anche a essere davvero più aggraziato, ma non è il decennio giusto. O il secolo, per quanto lo riguarda.
    Come per ogni aspetto particolare di Niko, anche qui la famiglia ha avuto le sue teorie. La più diffusa, su cui la maggior parte concorda, è che Niko non sembra ancora abituato ad avere una forma umana, come se la principale fosse quella draconica.
    Il che è ridicolo, visto non sa trasformarsi in un drago. Non ci è mai riuscito, e poi il suo aspetto è completamente umano!
    Fisico esile e minuto, così tanto sembra possa spezzarsi con davvero poco. Anche solo soffiandoci sopra. La pelle è delicata, così chiara da poter sembrare porcellana.
    Da un mezzo drago ci si aspetterebbe una pelle più coriacea, ma a quanto pare Nikomachos è una perenne delusione.
    Questo rende una tragedia trovare vestiti comodi, per il semplice fatto alcune stoffe sono così ruvide nemmeno le sopporta. E col perenne rischio di un sovraccarico sensoriale, forse è meglio non torturare pure il tatto.
    Di conseguenza sceglie sempre vestiti di qualche taglia più grande, larghi e comodi, che tuttavia lo fanno sembrare addirittura più piccolo di quanto non sia già. È comunque il male minore, non se ne lamenta.
    Occhi di un vivace blu fiordaliso e capelli mossi, spesso disordinati, che arrivano a sfiorargli le spalle. Sul colore dei capelli ci si potrebbe tranquillamente scrivere un trattato.
    È nato albino, con capelli così bianchi sembravano una nuvola. Vari incidenti li hanno portati a essere di un lilla molto chiaro.
    Secondo le leggende, tali incidenti hanno portato Nikomachos e Cordelia a una punizione di un mese. Durante la quale Niko ha tenuto il broncio alla sorella per quasi tutto il tempo, ogni volta si ricordava di dover essere offeso.
    Non aveva avuto alcuna voglia di fare da cavia agli esperimenti della sorella con incantesimi di quel tipo, tra i più semplici e frivoli, e comunque gli aveva promesso sarebbero stati neri, neri come le ali di un corvo! E il lilla è molto lontano dal nero, Cordelia ne dovette dar atto.
    Non ha mai provato ad aggiustarli, prima si arrivasse al rosa per sbaglio. Con tutto il rispetto per chi ha i capelli rosa, eh, ma già lo scambiano per una ragazzina: magari evitiamo di peggiorare il problema.

    Piccola nota dolente: Non avere una forma draconica, e quindi non poter volare con le proprie ali, lo fa star male più di quanto non dia a vedere.
    Compensa questa mancanza con l'amore per i posti alti, dove si rifugia quando ha bisogno di calmarsi o di pensare. In maggior misura, la compensa col volo sulla scopa, che è facilmente diventato una delle sue specialità. Stranamente quando è in volo riacquista grazia ed equilibrio, e non è raro ne dia sfoggio mettendosi in piedi sul manico.
    Non è la stessa cosa di volare con delle ali, ma si accontenta. Sempre meglio di nulla.
    Ci sono volte in cui, ostinato sul non voler mettere i piedi per terra, rimane comunque a qualche spanna dal terreno. Lo fa sembrare più alto ed evita di cadere una volta su due.
    Prima o poi troverà un modo per trasformarsi in drago, ma ha già troppe cose a cui pensare al momento.

    «You've met with a terrible fate, haven't you?»
    imma2
    Nome: Nikomachos, nome composto da nike, vittoria, e mache, battaglia. Ma viene chiamato più spesso Niko.
    Cognome: Reor
    Età: 17 anni
    Luogo e data di nascita: Nato a Lykos, Aztlan, l'1 Luglio 1108.
    La sua famiglia afferma la giornata corrisponda al segno di Uno Giaguaro, e si pensa i nati in questo giorno siano destinati a una fine terribile.
    I giaguari sono naturalmente portati per la magia, di cui però tendono ad abusare. Sono persone curiose, testarde e competitive, con un odio peculiare per la debolezza altrui -da cui traggono vantaggio- e l'inganno.
    Hanno anche la pessima abitudine di comparire nelle vite altrui senza alcun preavviso e scomparire allo stesso modo. Non è del tutto sbagliato, ma neanche del tutto giusto.

    Razza: Mezzo drago
    Classe: Druido giramondo

    Lavoro: ... è complicato? Gli piace pensare di aver iniziato il suo apprendistato come mago, ma questo non ti da soldi per mangiare.
    Le sue specialità sono l'alchimia e il volo. Di base è un alchimista che per necessità, e per imparare l'uso della magia sul campo, accetta di tutto: ha fatto anche il postino, perché "se sai volare su una scopa significa puoi fare qualche consegna urgente". Quindi.
    Famiglia: Secondogenito di Althea e Magnus Reor. Sua madre è un'umana con il dono della chiaroveggenza, suo padre un drago mutaforma che combatte per l'esercito di Aztlan. Magnus sa farsi voler bene, ma è un padre decisamente assente.
    La primogenita è Cordelia, ha 20 anni e se un tempo lei e Niko erano legatissimi ora potrebbero anche essere estranei.

    Silpetit: Un piccolo rombo sul braccio sinistro, all'altezza della spalla. Sembra un'ametista e al tatto è gelida.
    Fiore: Orchidea nera.
    Un fiore molto difficile da coltivare e molto facile da uccidere. Non esistono effettivamente orchidee nere, ma quelle considerate tali simboleggiano l'autorità, le cose difficili da ottenere e le eccezioni alla regola. Si pensava fossero magiche.
    PV: Epel Felmier - Twisted Wonderland
    «Stuck in my own paradox, I wanna set myself free»

    Hurry up, there isn't any time left
    But make sure that you read carefully

    Althea custodiva il sogno di diventare scrittrice da tutta una vita. Ma non aveva pubblicato un solo libro, l'unico romanzo quasi finito -e di cui si è rifiutata di scrivere il finale- a oggi conta una sola copia rilegata in copertina rigida. Ed è pure un po' rovinata.
    Avere il dono della chiaroveggenza sapeva essere molto divertente, soprattutto quando causava forti emicranie e si riusciva a leggere il futuro degli altri senza volerlo. I suoi romanzi erano quasi sempre più uno sfoggio di chiaroveggenza che altro, e -per l'unico libro si prese lo sforzo di rilegare- doveva ancora capire come aveva fatto a leggere il futuro di un figlio non ancora nato.
    In compenso sapeva già che nome gli avrebbe dato, di solito è già strano intuire se il nascituro sarà maschio o femmina.

    Cordelia aveva una teoria tutta sua sul perché Niko avesse imparato a parlare solo dopo i dieci anni, e almeno la sua teoria non era il solito consiglio a far visitare il bambino perché chiaramente ritardato.
    Secondo sua sorella era per colpa delle favole della buonanotte di mamma, facevano talmente tanta paura aveva finito col traumatizzare Nikomachos.
    Questo la portò a raccontarne di migliori? Ovviamente no.
    Poco importava Niko e Cordelia fossero per metà draghi, i racconti di Althea abbondavano di dettagli su come i draghi fossero i cattivi, odiati da tutti e ogni volta finivano per morire.
    Se era per quello, tutti sapevano a Nikomachos spettava un destino orribile, anche se nessuno aveva mai capito cosa lo attendesse nello specifico: era come una sentenza di morte, e nessuno aveva idea di quando la lama della ghigliottina sarebbe calata. Però tutti ne avevano molta paura.
    Al che sarebbe logico pensare fosse un argomento trattato con molto tatto, no? No. Nei racconti chi provava a cambiare il proprio destino falliva. Male. I loro passi li portava più vicini al compimento della profezia, non c'era alcuna speranza per loro e -di conseguenza- non c'era alcuna speranza per Nikomachos.
    Ma il repertorio era in costante aggiornamento!
    C'erano geni che, arrivati al terzo desiderio, uccidevano chi li aveva evocati per ottenere la libertà. Maghi la cui magia si ritorceva contro, pozioni che se sbagliate scioglievano dall'interno con dolori lancinanti, persone avide la cui sete di ricchezza li portava ad affogare nelle monete d'oro.
    Mercanti d'ali, le strappavano senza pietà alle fate e le vendevano a una fortuna. O, se era per quello, c'erano veggenti che diventavano ciechi per aver visto troppo nel futuro, e ora erano destinate a poter vedere solo quello. In alternative le veggenti di quelle storie impazzivano, di solito perché il futuro avevano previsto era troppo da sopportare.
    Il lieto fine era solo un'illusione.
    "Vi servono", era di solito la motivazione di Althea, "qualcuno vi deve insegnare perché è meglio stare lontani dalla magia".
    Ma quando lo diceva lo sguardo era sempre puntato su Niko, l'unico a non aver mai colto la lezione.

    I Reor erano convinti la magia fosse una materia troppo complessa, e dalle branche quasi infinite, per poterla davvero imparare a casa. Perciò chi voleva continuare a praticarla cominciava il suo apprendistato appena compiuti i quindici anni: si era considerati adulti, più o meno, e per dimostrare la propria indipendenza si lasciava la propria casa per viaggiare. In questo modo si capiva da soli la propria vocazione.
    Quando si tornava a casa si festeggiava fino al mattino, rinnovando benedizioni e auguri.
    Sia Niko che Cordelia avevano imparato la base della magia da loro padre, quelle poche volte era a casa, ma solo a Cordelia venne offerta l'opportunità di cominciare il suo apprendistato. Offerta che rifiutò.
    A Nikomachos venne insegnato che doveva imparare a essere felice proprio lì dov'era, unico posto dove poteva avere un futuro.
    Continuavano a dirgli lo facevano per il suo bene: una vita tranquilla poteva essere noiosa, ma almeno era sicura.
    Il che significava non poter nemmeno praticare la magia, perché troppo pericoloso. Era già tanto avesse imparato la base, e solo perché non perdesse il controllo del potenziale magico con cui era nato.
    "Un giorno ci ringrazierai", era il motto a ogni tentativo di fuga. Veniva riportato a casa come un sacco di patate, uno che ancora scalpitava per liberarsi e correre via.
    Nikomachos poteva pure essere infelice e odiarli, in quel momento, ma lo preferivano così piuttosto che morto. Non importava quanto si sentisse in trappola o quanto scalpitasse per la propria libertà, sarebbe rimasto a casa.
    Ogni volta si lamentava ci avrebbe pensato da solo al suo destino orribile, che l'avrebbe risolto da sé senza quell'inutile gabbia dorata, e veniva guardato come a chiedersi da chi aveva imparato a bestemmiare. Lui più di tutti avrebbe dovuto capire non poteva seguire il suo destino, no?
    No?

    No. Quello non era il suo posto.
    Sua madre voleva solo Niko le promettesse non avrebbe più tentato la fuga, accontentandosi di una vita normale, ma non l'ottenne mai. Nemmeno quando lo chiuse in camera senza cena, e poi gli disse chiaro e tondo avrebbe mangiato solo messo la testa apposto.
    Alla fine dovette comunque farlo mangiare, perché piuttosto che promettere Niko stava morendo di fame.
    "Sei proprio figlio di tuo padre, ostinato e selvaggio", fu il borbottio di Althea allora, "continuerai a provare a scappare finché non mi sfuggirai davvero".
    E aveva ragione.
    Niko amava la sua casa, davvero, e voleva bene a tutti, ma il desiderio di viaggiare -il voler essere libero, senza girare con nelle tasche una dozzina di portafortuna per sicurezza- era fin troppo forte.
    Non si può cambiare il destino, non importa quanto tu ci possa provare.
    Ma Althea Reor ci aveva comunque provato.

    Alla fine Nikomachos arrivò ad ascoltare solo suo padre, che fu anche colui che lo aiutò nella sua fuga. Buon compleanno, ecco il tuo regalo per i diciassette anni: come fuggire.
    E, per quanto avesse atteso quel momento da tutta una vita, Niko trovò comunque difficile lasciare la casa aveva imparato ad amare. Avrebbe preferito una partenza più comune, con le benedizioni di tutti. Ma si scrollò velocemente la tristezza di dosso, pensando gli poteva anche bastare la benedizione di suo padre.
    Gli aveva lasciato abbastanza soldi per qualche mese, se li sapeva spendere bene. La prima parte del viaggio era per forza da fare volando sulla scopa, per cui i suoi bagagli dovevano rimanere leggeri.
    La sua borsa alla fine contò solo l'indispensabile: provviste, il libro di profezie e il suo grimorio, che alla fine era più un quaderno su cui aveva scribacchiato appunti su appunti.
    C'era anche qualche pozione, mentre doveva per forza lasciarsi dietro -a malincuore- il resto delle ampolle, boccette e tutti gli ingredienti. Poco importava, si disse: era tutta roba facile da trovare, si sarebbe arrangiato lungo il viaggio.
    E, all'ultimo minuto, decise di rubare il mazzo di tarocchi di sua madre.
    Dopo quella notte non ci fu più la minima traccia di Nikomachos Reor.
    E nemmeno di Magnus, partito all'alba per riprendere il suo dovere nell'esercito.

    Nikomachos continuò per molto tempo a dirsi non aveva avuto altra scelta, unico modo con cui combatte la solitudine e la nostalgia di casa -che aveva decisamente sottovalutato, quando la sua unica preoccupazione era come scappare.
    Gli hanno sempre fatto studiare il libro di profezie come prova per fargli capire, una volta per tutte, perché era così importante lui non seguisse il proprio destino. Ma quel libro era un delirio, e creare una chiave di codifica era complicato.
    C'erano frasi che richiedevano lo studio di due o tre libri prima di poterle comprendere e mamma -che pur sempre l'aveva scritto- non era mai di molto aiuto: le profezie vanno interpretate. In sunto, non poteva finire di studiarlo se rimaneva ad Aztlan.
    Ma sarebbe tornato a casa presto. Doveva solo finire di costruire la chiave di codifica, così da poter evitare il suo terribile destino, e finire l'apprendistato.
    Doveva fare solo tre cose, alla fine. Ce la poteva fare.

    In compenso questo ha anche dato a Cordelia un motivo per partire. Niko era scappato di casa e qualcuno doveva pur cercarlo. Promise l'avrebbe trovato e sarebbero tornati a casa presto, partendo con le benedizioni di Althea.
    imma3
    © ShadowCorner


    Edited by Cattleya - 19/8/2020, 17:48
     
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